Quando fu inaugurata, il 13 aprile 1941, l’aspetto era completamente diverso rispetto a quello attuale al quale siamo abituati. Non c’era il campanile, che sarebbe stato eretto solo nel 1965; non c’era l’asilo, che sarebbe arrivato solo nel 1956 (compirà sessant’anni di vita proprio mercoledì prossimo, 20 aprile); non c’era la sala San Giuseppe a lato. L’esterno, così come l’interno, erano assolutamente grezzi. Non c’erano nemmeno le vetrate con le sembianze degli apostoli, che arriveranno solo nella prima metà degli anni Cinquanta.
Il 13 aprile era una domenica: la domenica di Pasqua. Le testimonianze dell’epoca, riconducibili a quello che sarebbe poi diventato il primo parroco (don Aleardo Mazzoli, scomparso nel 1985, ma ancor prima ritiratosi all’interno della casa del clero, nel 1979), dicono che quel giorno, in chiesa (e probabilmente anche all’esterno: la via Emilia non era certamente trafficata come oggi), ci fossero ben 2.000 persone. Un numero che, oggi, appare spropositato: si deve tenere presente, nei conteggi, che l’assenza di panche e di posti a sedere e la presenza di un altare pre concilio Vaticano II (e quindi appoggiato all’ultima parete), ampliarono a dismisura la capienza di una chiesa che, nei progetti iniziali dell’epoca (anche quelli documentati dall’impresa che si occupò dei lavori), era di circa 1.500 persone. Prima messa ufficiale anche se, altrettanto ufficialmente, la parrocchia di Cristo Re non era ancora stata costituita. Per la costituzione della parrocchia bisognerà aspettare il 24 giugno dello stesso anno. In quel caso la parrocchia dipendeva ancora da Santa Maria delle Grazie, il cui parroco era il Canonico Domenico Loreti. Don Aleardo Mazzoli (nominato poi Monsignore nel 1958) che era arrivato a Santa Viola nel 1935, era investito del ruolo di di cappellano. La nomina a parroco sarebbe arrivata per don Aleardo solo nel settembre dello stesso anno, dopo la scomparsa del Canonico Loreti, che aveva acquisito negli anni precedenti i terreni per l’edificazione della chiesa.
Di quegli anni resta anche una cartolina che fu fatta stampare con il progetto originario, che prevedeva il campanile nelle zona posteriore della chiesa stessa. Campanile che non fu edificato subito per un semplice motivo: non c’erano abbastanza fondi per pagare le imprese di costruzioni. La prima raccolta, per la costruzione della chiesa, nel 1940, fruttò la cifra di 7 lire e 60 centesimi.
Come immagini, per farvi vedere com’era la chiesa, vi proponiamo la facciata, l’area prima dei lavori e la posa della
prima pietra con monsignor Pio Guizzardi. Prima che la chiesa venisse edificata e prima che venisse creata la parrocchia, le messe venivano celebrate nella scuderia dell’ex Villa Broili, all’interno di un oratorio che era dedicato al culto di San Barnaba.